Nel primo Novecento realizzare un manifesto pubblicitario era un’impresa lunga e laboriosa. La tecnica in uso a quel tempo era quella cromolitografica, messa a punto nei primi vent’anni dell’Ottocento. Con questa tecnica sono stati realizzati i famosi manifesti di Jules Cheret e di Toulouse-Lautrec della fine dell’Ottocento. Per riprodurre lavori colorati in cromolitografia occorreva preparare tante lastre di pietra incise quanti erano i colori; per la tiratura occorreva passare più volte lo stesso foglio di carta sulla matrice di pietra, facendo molta attenzione all’ esatta sovrapposizione del colore. Vi erano quindi tre figure fondamentali: il tipografo, l’artista e il litografo. II primo, maestro nell’arte della composizione e della stampa, aveva il compito di scegliere i caratteri. II secondo, che spesso era un pittore affermato, si occupava dell’immagine. II terzo doveva preparare le matrici in pietra e provvedere alla stampa. Ovviamente era un lavoro molto faticoso e per ovviare a queste difficoltà il disegno veniva ridotto all’essenziale; per esempio luci e ombre erano eliminate con le mezzetinte. Ultima curiosità: non esisteva la figura del copywriter. il suo compito era svolto dallo stesso cliente che così era sempre soddisfatto delle sue idee!