Target a una parola inglese che significa “bersaglio”, “obiettivo”. In pubblicità viene usata per indicare l’insieme di persone che ci si prefigge di raggiungere, in una campagna, la vendita di un prodotto. A seconda del prezzo del prodotto e delle sue caratteristiche commerciali si parla di target alto, medio e basso, denotando in questa modo un diverso pubblico di riferimento. Originariamente la parola target indicava una struttura utilizzata come bersaglio durante le esercitazioni di tiro; in seguito è passata a identificare una qualsiasi meta cui si mira. Ma che cos’è, in sostanza, il target? Chi pianifica una campagna pubblicitaria sa che ben pochi annunci interessano tutti allo stesso modo. E importante dunque indirizzare questi annunci verso un pubblico che risponda appropriatamente al messaggio in questione, cioè a uno specifico target-group, del quale viene fatta un’analisi precisa per conoscerne le abitudini comportamentali e le caratteristiche socio-economiche. Prendiamo per esempio un prodotto rivolto alle casalinghe. Sarà utile sapere qual è l’età media di queste casalinghe, qual è il loro livello culturale, quali prodotti comprano abitualmente, quanti soldi sono disposte a spendere per un nuovo prodotto, qual è la loro propensione a cambiare marca ecc. Ma sarà altrettanto importante conoscere quali sono i mezzi di comunicazione che prediligono, cioè quali canali televisivi guardano e a che ora, quali riviste sfogliano quotidianamente o saltuariamente, quali sono le trasmissioni radiofoniche che ascoltano più frequentemente e se usano abitualmente internet. In questa modo, infatti, si potrà scegliere il mezzo di comunicazione più adatto alla campagna pubblicitaria, evitando spiacevoli inconvenienti. Si scoprirà così, per esempio, che i periodici femminili e le trasmissioni televisive del mattino sono i luoghi più adatti per lanciare prodotti rivolti alle casalinghe. Altrettanto utile sarà poi indagare sulle aspirazioni personali e i desideri più segreti di ogni casalinga, per poter realizzare un annuncio che sappia stimolare adeguatamente l’emotività di ciascuna di loro. Insomma, più dati vengono raccolti, maggiori possibilità si avranno di fare una campagna veramente mirata e quindi di probabile successo.
“da Corso di grafica creativa – Fabbri Editore”