Chi, quando e perchè inventò la biro? Dobbiamo tornare un po’ indietro negli anni e spostarci in Ungheria, precisamente a Budapest. Qui che nacque e visse per diversi anni Giuseppe Ladislao Birò, prima di trasferirsi in Sudamerica dove decise di portare con se la sua ultima invenzione: una penna a sfera, ideata nel 1938, quando in Europa si sentiva nell’ aria la minaccia incombente della guerra. L’idea di inventare questo nuovo tipo di penna gli era probabilmente venuta svolgendo il suo lavoro di correttore di bozze. Infatti, cercando di segnare errori e refusi con la sua stilografica, si rese conto che i segni delle correzioni erano spesso sbavati e carichi di nero, in poche parole illeggibili, soprattutto per i poveri tipografi che dovevano alla fine interpretarli. A dargli una mano nell’invenzione di un primo prototipo di penna a sfera fu il fratello Giorgio, con il quale Birò soggiornò a Parigi prima di trasferirsi, allo scoppio della seconda guerra mondiale, in Argentina. Una volta giunto laggiù, Birò si mise al lavoro per perfezionare la sua invenzione. In un primo tempo si orientò verso il sistema della caduta dell’inchiostro secondo il principio della forza gravitazionale. Successivamente ripiegò sul sistema dei capillari. Fu nel 1943 che Ladislao Birò inviò al presidente della Eberhard Faber (una nota industria americana di penne) un pacchetto contenente la sua rivoluzionaria penna. L’industriale sottopose all’esame dei suoi tecnici quella penna “magica”. Ottenuto un parere estremamente favorevole volò a Buenos Aires per firmare un accordo con questo bizzarro signore ungherese. Fu un momento storico per la penna biro, perché il mercato era proprio alla ricerca di una penna del genere, che non macchiasse e fosse estremamente pratica. Le più grandi case produttrici di penne stilografiche di allora, la Sheaffer, la Parker, la Eversharp si contesero a colpi di dollari il privilegio di dividere con la Eberhard Faber il diritto di fabbricare la penna biro in America. La Eversharp ebbe la meglio e subito ne approfittò per organizzare una grande e memorabile campagna pubblicitaria. La guerra stava per finire in tutto il mondo. Dopo anni di ristrettezze economiche tornava l’ondata del consumismo. La penna a biro godette appieno di questa ripresa, tanto da arrivare a una vendita di pezzi così cospicua (milioni e milioni di unità) da poter contribuire a una netta ripresa dell’ economia americana.